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Crescono i Pensionati , ma alle donne solo assegni mini, dal GdV del 10 luglio 2024

dal Giornale di Vicenza del 10 luglio 2024 clicca qui

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Lo studio

Crescono i pensionati Ma alle donne solo assegni mini

L’analisi Cgil Il sindacato vicentino ha elaborato i dati 2022 dell’Inps, evidenziando un aumento dei trattamenti pensionistici

Giulia Armenigiulia.armeni@ilgiornaledivicenza.itUna provincia formata per un quarto da pensionati. Sono quasi 230 mila (229.907, ossia 2.315 in più del 2021) i titolari di un trattamento pensionistico nel Vicentino. Per loro, l’Inps eroga annualmente 4 miliardi e 646 milioni di euro (dati Osservatorio Inps 2022). Un tesoretto che però – come analizza la Cgil di Vicenza nel suo report annuale sulle pensioni – è tutto fuorché distribuito equamente. Soprattutto se si guarda alla suddivisione tra donne e uomini. Le prime sono 116.415, i secondi 113.492. A ricevere le 317.900 prestazioni pensionistiche registrate nel 2022 (spesso assegni di diverso tipo) sono anche in questo caso soprattutto donne – 171.941 (il 54 per cento) – mentre agli uomini ne vanno 145.959 (il 46 per cento). Pensionate più fortunate dei “colleghi” maschi? Al contrario. Se le femmine sono superiori numericamente, crollano infatti se si guarda agli importi percepiti. Per usare l’espressione della segretaria Spi Cgil Vicenza Chiara Bonato, «c’è una differenza mostruosa tra donne e uomini dal punto di vista economico». Un dato tra tutti: su 197.221 pensioni di vecchiaia – quindi quelle da lavoro – 108.356 vanno agli uomini e solo 88.865 alle donne. Alla platea femminile, invece, va la maggioranza delle pensioni per i superstiti, attribuite a 52.047 donne contro 8.810 uomini.«Il problema – evidenzia Bonato – è che troppo spesso le pensionate hanno solamente la reversibilità». Alle donne vanno poi 25.326 delle 42.763 pensioni assistenziali (agli uomini 17.437). Ciò significa cifre ridotte ai minimi termini. Un vertiginoso gender pay gap messo nero su bianco nell’indagine Cgil e che si materializza nel divario tra maschi e femmine quando si superano importi dignitosi. Per gli assegni fino a 1.500 euro mensili (al lordo) le donne sono effettivamente in pole position. Ma è un falso primato: basti pensare che nella fascia di reddito minima – da 500 a 750 euro al mese – rientrano 19.656 donne e appena 5.498 uomini. Idem nel range da 750 a 1000 euro (13.282 donne e 4.971 uomini), da 1000 a 1.250 (15.881 donne e 9.242 uomini) e da 1.250 a 1.500 euro (16.480 donne e 11.909 uomini). Il sorpasso si ha alla soglia dei 1.500 euro. Le pensioni da 1.500 a 2000 euro sono assegnate infatti a 30.006 uomini e a 20.887 donne. Un distacco che si acuisce man mano che si sale di importo. Le entrate tra 2.000 e 2.500 euro vanno a 19.872 uomini e 11.421 donne. Da 2.500 a 3.000 a 10.728 uomini e 5.715 donne. E oltre i 3.000 euro, a più di 14.400 uomini e appena 4.200 donne.La colpa, naturalmente, è della qualità e della quantità del lavoro durante gli anni di attività. «Salari più bassi, part time e “buchi contributivi” (dopo la gravidanza, ad esempio) – elenca Bonato – sono base dell’abisso pensionistico tra donne e uomini».

l’elaborazione di SPI CGIL Vicenza dei dati INPS sui trattamenti pensionistici e i pensionati in provincia di Vicenza, clicca qui. I dati sono aggiornati al 31 dicembre 2022

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